Skip to main content

Arredi e tovaglie d’epoca, juke box, piatti tradizionali «Milano innova sempre, ma sa guardare indietro»

Siete stanchi dei soliti ristoranti trendy della movida? Allora Risoelatte è quello che fa per voi. Una ‘vecchia’ trattoria milanese a conduzione familiare a pochi passi dal Duomo, dove il tempo sembra essersi fermato a cinquant’anni fa. L’ideale per gli amanti del vintage e per chi vuole evadere dal caos metropolitano. Un ristorante a tema anni ’60, dove tutto è originale di quegli anni, dagli arredi in formica ai vecchi piatti, bicchieri e tazzine di quel periodo, compreso il pane, le famose “michette” milanesi, e il caffè con la moka Bialetti. Anche gli elettrodomestici sono quelli che hanno fatto la storia del design e il bagno sembra quello dei nostri nonni, dalle piastrelle vintage color rosa antico alla vestaglia appesa con cuffia, retina e bigodini. Il telefono alla parete non poteva che essere il famoso Bigrigio e il frigo è Zoppas. Non c’è nulla fuori posto, il locale è una riproduzione fedele di un appartamento milanese degli anni ’60. E Il menu non è da meno. La location e l’atmosfera vanno a braccetto con una cucina casalinga semplice, genuina e con quei piatti “poveri” che difficilmente si trovano nei ristoranti sofisticati che spopolano in città. Gustando le prelibatezze della tradizione meneghina è come entrare nella macchina del tempo. Dalla cipolla caramellata ripiena di gorgonzola agli involtini di prosciutto cotto ripieni di insalata russa, dal vitello tonnato alle tagliatelle al ragù. E come secondo, cotoletta alla milanese e ossobuco con il risotto. Tra i primi, riso e latte è il protagonista indiscusso in più varianti, da quella classica, preparato come negli anni ’60 con burro, parmigiano e pepe, a quella ‘viola’ con riso cotto nel latte e mantecato con speck, scamorza, crema alla barbabietola e nocciole. Anche la musica in sottofondo, da un jukebox Seeburg ‘tre corone’ del 1961, è fatta solo da canzoni di quegli anni. Un viaggio a 360 gradi nell’Italia di mezzo secolo fa. Senza (quasi) muoversi da casa.Tra i tavoli ci sono i panni stesi sullo stendino che ricordano le vecchie case di ringhiera e appese alle pareti storiche locandine pubblicitarie. La credenza è piena di oliere, barattoli e servizi da tè d’epoca, sulle mensole vecchi amari e alle finestre tende a quadri bianchi e rossi. Il personale contribuisce a rendere l’atmosfera retrò indossando grembiuli. «L’idea ci è venuta quasi per caso – racconta la proprietaria Maurizia Moro, con il socio Ettore Labianca -. Siamo nati negli anni ’60, li abbiamo vissuti, li amiamo. La nostra non è una trovata commerciale, anche perché cl occupavamo di tutt’altro prima, ma una scelta dettata dal cuore». E ci hanno visto lungo, considerato il successo. «Milano sarà anche la città più internazionale d’Italia, lanciata verso l’innovazione. Ma è anche permeabile alle novità e il nostro ristorante è apprezzato sia dai milanesi sia dai turisti. li complimento più bello? Quando ci dicono che la trattoria non sa di finto perché sembra di stare negli anni ’60, proprio come se per magia il tempo si fosse fermato.

Il Giorno

19 luglio 2022